Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850 by Marx Karl

Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850 by Marx Karl

autore:Marx Karl
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2013-03-28T23:00:00+00:00


DAL 13 GIUGNO 1849 AL 10 MARZO 1850 .

Il 20 dicembre la testa di Giano della "repubblica costituzionale" non aveva ancora mostrato che una faccia, la faccia esecutiva, coi tratti scialbi e insipidi di Luigi Bonaparte; il 29 maggio 1849 mostrò la sua seconda faccia, la "legislativa", cosparsa dalle rughe lasciatevi dalle orge della Restaurazione e della monarchia di luglio. Coll'Assemblea nazionale legislativa era condotta a termine la formazione della "repubblica costituzionale", cioè della forma repubblicana dello Stato nella quale era costituito il dominio della classe borghese, il dominio comune, quindi, delle due grandi frazioni monarchiche componenti la borghesia francese, dei legittimisti e degli orleanisti coalizzati, del "partito dell'ordine". Mentre in questo modo la repubblica francese diventava proprietà della coalizione dei partiti monarchici, la coalizione europea delle potenze controrivoluzionarie intraprendeva una crociata generale contro gli ultimi rifugi delle rivoluzioni di marzo. La Russia fece irruzione in Ungheria, la Prussia marciò contro l'esercito costituzionale dell'impero e Oudinot bombardò Roma, La crisi europea si avvicinava manifestamente a una svolta decisiva; gli occhi di tutta l'Europa si rivolgevano su Parigi, e gli occhi di tutta Parigi sull'"Assemblea legislativa".

L'11 giugno salì alla tribuna dell'Assemblea legislativa Ledru-Rollin. Non tenne un discorso; formulò una requisitoria contro i ministri, nuda, senza fronzoli, oggettiva, concisa, violenta. L'attacco a Roma è un attacco alla costituzione; l'attacco alla repubblica romana un attacco alla repubblica francese. L'articolo quinto della costituzione dice: «La repubblica francese non adopera mai le proprie forze combattenti contro la libertà di qualsiasi popolo»; e il presidente adopera l'esercito francese contro la libertà romana. L'articolo quarto della costituzione vieta al potere esecutivo di dichiarare qualsiasi guerra, senza l'assenso dell'Assemblea nazionale. La decisione della Costituente dell'8 maggio impone espressamente ai ministri di ricondurre al più presto la spedizione romana alla sua destinazione originaria: proibisce quindi loro non meno espressamente la guerra contro Roma; e Oudinot bombarda Roma. Così Ledru-Rollin invocò la costituzione stessa quale testimone a carico contro Bonaparte e i suoi ministri. Egli, il tribuno della costituzione, lanciò alla maggioranza monarchica dell'Assemblea nazionale questa dichiarazione minacciosa: «I repubblicani sapranno far rispettare la costituzione con tutti i mezzi, sia pure con la forza delle armi!» - «"Con la forza delle armi!"», replicò l'eco centuplicata della Montagna. La maggioranza rispose con un tumulto spaventoso, il presidente dell'Assemblea nazionale richiamò Ledru Rollin all'ordine, Ledru-Rollin ripeté la sua sfida, e depose, da ultimo, sul tavolo presidenziale la proposta di mettere Bonaparte e i suoi ministri in stato d'accusa. Con 361 contro 203 voti l'Assemblea nazionale decise di passare, circa il bombardamento di Roma, all'ordine del giorno puro e semplice. Credeva Ledru-Rollin di poter battere l'Assemblea nazionale con la costituzione, il presidente con l'Assemblea nazionale? E' vero che la costituzione vietava ogni attacco alla libertà di popoli stranieri ma ciò che l'esercito francese attaccava a Roma, era, secondo il ministero, non la «libertà», bensì il «dispotismo dell'anarchia». Non aveva ancora compreso la Montagna, a dispetto di tutte le esperienze nell'Assemblea costituente, che la interpretazione della costituzione non spettava a coloro che l'avevano fatta,



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